La biblioteca nazionale del Marocco

Articolo di Malika Ibdelaid

Tant'è, finalmente è accessibile, dopo quattro anni di lavori. Di che si tratta? Della Biblioteca Nazionale del Regno del Marocco, secondo il nome ufficiale. Più di un mese dopo la sua inaugurazione da parte di Mohammed V, essa accoglie le persone in cerca di sapere. Prima che si realizzassero il maestoso edificio, la spianata e il giardino circostante, c'è voluto qualche anno, dalla creazione del progetto al risultato finale, passando per difficoltà tecniche e di risorse umane.

Un passo indietro: siamo nel 2000, viene indetto un concorso per l'appalto del progetto della Biblioteca Nazionale. Gli architetti Rachid Andaloussi e Abdelouahed Mountassir uniscono le loro idee e le loro esperienze per presentare il miglior progetto contro la concorrenza di altri ventitre studi di architettura. Per questo, non esitano a fare numerose incursioni sul futuro sito della biblioteca, il giardino del Belvedere e quello d'Essais, e attraversano le frontiere per visitare le biblioteche di paesi stranieri. Buon per loro: vincono il concorso, presieduto da eminenze in questo campo.

Qualche intoppo
L'impresa cui i due architetti devono ormai applicarsi è colossale: una biblioteca comprendente un auditorium con 300 posti, una galleria espositiva, una sala d'animazione e formazione, servizi adattati ai portatori di handicap, uno spazio riservato ai documenti digitalizzati e ai microfilms, uno spazio riservato ai manoscritti e ai libri rari, un'area di ricerca e altre aree. Il loro progetto include anche una torre del sapere di 28 metri (38 contando il sottosuolo) e una spianata fatta di ulivi, di tre piccole arganie, melangoli (aranci amari) e vegetazione varia.

Driss Khrouz, direttore della biblioteca, ammette che è “un cantiere molto grande e che riguarda un mercato molto complesso”. Il seguito degli avvenimenti gli dà ragione. Infatti, tra il 2004 e il 2009, il prezzo dei materiali utilizzati, come il cuoio, si è impennato portando al fallimento dell'impresa incaricata dell'elettricità: “abbiamo dovuto fare un nuovo bando di concorso, il che ci ha fatto perdere otto mesi”, aggiunge il direttore. Altro problema: abbiamo sottostimato il costo totale del progetto. Il budget di partenza era di 100 milioni di dirhams. Le imprese accettano l'affare pur non avendo riserve di materiali sufficienti, non reggono il colpo sulla lunga durata e abbandonano il cantiere”.

Risultato: per un anno la costruzione avanza col contagocce. Tutto è cambiato dal 2007, sotto l'impulso della corte: “I lavori hanno acquisito un altro passo, e alla fine il ritmo di lavoro è diventato normale”, affermano gli architetti Andaloussi e Mountassir. Le difficoltà passate si sono dileguate per far posto a un anno in cui i lavori hanno accelerato…e hanno visto la fine.
 

Chiave di lettura

Difficile restare insensibili di fronte allo spettacolo offerto dagli spazi: l'insieme, la cui superficie copre 20.832 m², è semplicemente splendido e rende ben conto del perché il costo totale di 294 milioni di dirhams, stanziati dal Ministero della Cultura e dal Fondo Hassan II, sia di tre volte superiore al budget iniziale. Uno dei contributi essenziali della Biblioteca nazionale è costituito dal sistema di conservazione e digitalizzazione. L'8 Febbraio scorso è stato firmato un nuovo accordo (il primo risale al 2004) di cooperazione tra la BNRM e la Bibliothèque Nationale de France, che coprirà gli anni dal 2008 al 2010. Obbiettivo: beneficiare dell'esperienza della BNF in materia di digitalizzazione, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale. Poiché una delle funzioni essenziali della BRNM sarà la conservazione e digitalizzazione, l'accordo è ben pensato, visto che il numero di opere contenute nell'edificio è impressionante: circa 300.000 libri.

Ma uno spazio del genere è in grado di riportare il gusto della lettura tra i marocchini? A Latifa, una ragazza che lavora di fronte alla Biblioteca Nazionale, “mi piacerebbe molto visitarla e andare a leggervi dei libri”. Nel mettere mano al portafogli per nutrirsi di letteratura, è d'accordo “purché non costi troppo”. Per questo la carta di abbonamento sarà di 50 DH per gli studenti e 100Dh per i ricercatori, solo i costi per le riproduzioni dei testi saranno a pagamento. Servirà però una buona campagna informativa, visto che numerosi cittadini sono convinti di poter entrare in questa biblioteca, mentre non è aperta che a studenti, ricercatori (“non necessariamente di alto livello” secondo Driss Khrouz) o a specializzati post-universitari.
È qui che la struttura cede. Nonostante sia stata creata una rete di 60 biblioteche di prossimità, i marocchini sono poco inclini a prendere in mano un libro. La colpa è della scuola, secondo un'archivista che lavora a Rabat: “La scuola non incoraggia gli studenti a leggere. Bisognerebbe che gli studenti potessero accedere alle librerie, in biblioteche fornite di opere interessanti e non obsolete”. Kacem Basfao, critico letterario, capo del Dipartimento di Lingua e Letteratura francese all'Università di Aïn Chock e responsabile dell'indirizzo “Mestieri del Libro” nella stessa università, dal canto suo afferma: “Si tratta più di una biblioteca per i grandi lettori e i ricercatori. Necessariamente non potrà avere la funzione di una biblioteca di quartiere. Ma l'esistenza di questo luogo significa di per sé la presa di coscienza dell'importanza del patrimonio culturale. Adesso ci sarebbe bisogno di più biblioteche di quartiere e una professionalizzazione degli impiegati per servire al meglio i lettori.”
Bichr Bennani, delle Editioni Tarik, casa editrice di Casablanca, dichiara: “Quello che potremmo augurarci è che quest'apertura spinga alla lettura. La mancanza di luoghi culturali come questo ipoteca l'avvenire di questo Paese. Tutta la cultura del Marocco va sparendo. In quanto autori di libri, noi cerchiamo di sensibilizzare la popolazione ma questo non basta”.
Se la Biblioteca Nazionale, polo di conservazione e restauro, potrà servire da motore alla creazione di nuove biblioteche di quartiere, se la scuola spingerà i bambini, dalla più tenera età, a leggere, allora il Marocco non si sentirà più colpito dalla celebre frase dello scrittore Bernar Weber: “Il mondo si divide in due categorie di persone: coloro che leggono i libri e coloro che ascoltano quelli che li hanno letti” (1). Forse…

(1) Bernard Werber , Les Thanatonautes, Albin Michel

Traduzione dal francese di Alessandro Rivera Magos

Articolo pubblicato da Tommaso Palmieri per Osservatorio Mediterraneo

Fonte: www.babelmed.net